mercoledì 28 settembre 2011

DAL 3 OTTOBRE CORSO DI FORMAZIONE PER NUOVI VOLONTARI A CASA STELLA


DAL 3 OTTOBRE CORSO DI FORMAZIONE PER NUOVI VOLONTARI A CASA STELLA

Il prossimo 3 ottobre inizia un corso di formazione per nuovi volontari che intendano dedicare un po’ del loro tempo alle persone che vivono presso Casa Stella, struttura gestita dalla Fondazione Caritas Senigallia – Onlus e deputata all’accoglienza di nuclei familiari con minori. Casa Stella è stata inaugurata solamente nel giugno dello scorso anno, ma ospita  nove nuclei familiari con 19 bambini, di età compresa tra uno e tredici anni.

Il corso di formazione è organizzato dall'Associazione “Il Seme”, che da anni collabora con la Caritas Diocesana. Sono previsti cinque appuntamenti formativi che si svolgeranno nei mesi di ottobre e novembre 201. Gli incontri, tenuti da esperti in ambito sociale e nella mediazione culturale, riguarderanno: volontariato ed intervento sociale con il protagonismo del no profit, rapporti tra le famiglie migranti di diversa provenienza culturale, rapporti intergenerazionali tra immigrati di prima e seconda generazione, accompagnamento legale alle famiglie di immigrati con minori, esperienze di supporto alle donne sole attraverso il mutuo aiuto.

Al termine, verranno proposte ai partecipanti concrete modalità operative di volontariato presso la struttura, che prevederanno forme di servizio capaci di coniugare praticità operativa e vicinanza relazionale agli accolti.
I volontari dell'Associazione “Il Seme”, che operano dal lontano 1995, incontrano persone dalle più disparate problematiche sociali. Di fronte a necessità sempre più impellenti, complice la crisi economica che il nostro Paese attraversa, è necessario che sappiano utilizzare strumenti adeguati per poter instaurare relazioni significative, riflettere e confrontarsi sul senso e sul significato personale del proprio agire, sulle proprie capacità.
Il corso intende offrire l'opportunità di acquisire semplici strumenti rivolti a mettere in campo le proprie risorse, al fine di concretizzare alcuni contenuti teorici nella gestione adeguata dell'incontro con l’altro.
Gli incontri si terranno a Casa Stella - sul L. Mare da Vinci 84/A a Senigallia, dalle ore 21.00 alle ore 22.30.
Per informazioni e adesioni chiamare il numero 348 6897051 o consultare il sito www.caritassenigallia.it.

lunedì 19 settembre 2011

Interni ed esterni di una casa speciale


"Non dimenticate l'ospitalità; alcuni, praticandola, senza saperlo hanno accolto degli angeli". (Eb13,2)

Casa Stella è un mondo da raccontare. Qui ci sono persone e famiglie provate dalla precarietà di una casa che ancora manca, ma fiduciose nel futuro, capaci di andare al di là di provenienze, lingue, tradizioni. E’ un posto animato, vivace. Certo, i problemi non mancano, ma è una ‘casa’ piena di vita. Due fotografie raccontano una quotidianità particolare, abitata dai tanti colori del mondo.


Per un problema tecnico, da molti mesi a “Casa stella”  non si può chiudere la porta principale. Tutto è aperto ed è una bella metafora per un luogo e per dei cuori che sognano di essere sempre così: aperti all’altro, capaci di fiducia, paurosi soltanto di aver paura di chi è vicino. Del resto, molto spesso anche le porte dei singoli appartamenti interni sono aperte: due stanze e il bagno, niente da rubare, troppo poco per aver paura di strane incursioni. In uno di questi appartamenti, un giorno qualunque, nella stanza da pranzo un unico piatto, intorno numerosi persone, adulti e bimbi, bianchi e neri, cristiani e musulmani, culture distanti, ma un’idea luminosa di fondo: se condividiamo, moltiplichiamo le ricchezze e nessuno può dirsi escluso.

Breve cronaca di un pomeriggio di primavera. Torno a “Casa Stella” dopo il lavoro, nel tardo pomeriggio, l’aria è fresca e buona. Nel cortile antistante la struttura due ragazzi ghanesi, profughi fuggiti dalla Libia, seduti a qualche metro di distanza, volteggiano la corda e bambini di diversa provenienza sono in coda, non vedono l’ora che sia il loro turno per saltare. Altri sono impegnati in un match di mini basket, altri ancora si passano la palla con la partecipazione di qualche genitore. Intorno, crocicchi di grandi variamente assortiti che discutono, si scambiano idee, ridono, si fanno seri. Non so dover poter parcheggiare la macchina, ma profondamente divertito e colpito penso: “Che bello tornare a casa”.

Stefano & Consuelo

giovedì 15 settembre 2011

INCONTRO CARITAS PARROCCHIALI - GIOVEDI 29 SETTEMBRE 2011

GIOVEDI 29 settembre 2011 - presso la Sala dei Vescovi - a Senigallia, alle ore 21.00 ci sarà il 1° incontro delle Caritas Parrocchiali della Nostra Diocesi.


mercoledì 14 settembre 2011

Bando di Servizio Civile Sperimentale per Albania


Pubblicato un bando speciale per il progetto sperimentale di Servizio Civile Nazionale "Caschi bianchi: oltre le vendette" in Albania: 6 posti disponibili
Da oggi fino alle ore 14 del 28 settembre 2011, si può presentare la domanda per accedere alle selezioni del progetto sperimentale di Servizio Civile Nazionale all'Estero "Caschi bianchi: oltre le vendette"sui temi della difesa civile non armata e non violenta. Il progetto si realizzerà in Albania e avrà l'obiettivo generale di promuovere meccanismi di riconciliazione e ricomposizione dei conflitti generati dalle "vendette di sangue".

Gli enti proponenti il progetto sono l'Ass. Comunità Papa Giovanni XXIII (capofila), FOCSIV e la Caritas Italiana.
Questo è il dettaglio dei posti messi a bando:
• Ente "Ass. Comunità Papa Giovanni XXIII" - SCUTARI - ALBANIA - n. 3 posti
• Ente "Caritas Albania - Centro della pace di Baqel" - BAQEL - ALBANIA - n. 2 posti
• Ente "LVIA – Socio FOCSIV" - SCUTARI - ALBANIA - n. 1 posto

Possono candidarsi a partecipare tutti i cittadini italiani tra i 18 ed i 29 anni (non compiuti alla data di presentazione della domanda).

Le domande per la partecipazione dovranno pervenire, entro le ore 14 del 28/09/2011 (non fa fede il timbro postale), presso:

ASS.COMUNITA' PAPA GIOVANNI XXIII
VIA D. ALIGHIERI, SCN
61013 MERCATINO CONCA (PU)

Ulteriori informazioni sul progetto, le modalità di candidatura e selezione, le attività previste possono essere richieste all'Ass. Comunità Papa Giovanni XXIII, telefonando al num.            800-913596       o attraverso il sito www.odcpace.org.

lunedì 12 settembre 2011

"L'estate sta finendo....." e "No tengo Dinero"....

Il titolo del post riprende due canzoni famose degli anni '80 dei fratelli Righeira, ma il testo del racconto (di Silvia, la coordinatrice del CdS e di Casa Stella) non parla di musica - vuole solo tenervi informati sulle attività della Caritas Diocesana nel corso di questi mesi estivi per incominciare a riflettere tutte insieme su cosa ci aspetta nel prossimo autunno.
Caritas Diocesana


"Con l’estate che sia avvia ormai a conclusione, è possibile fare un bilancio delle attività condotte dalla Caritas Diocesana anche nel periodo estivo. Nonostante il clima di spensieratezza che i caldi mesi dell’estate portano con sé, le strutture gestite dalla Fondazione Caritas Senigallia – Onlus non hanno conosciuto sosta. Questa ad oggi gestisce quattro centri di accoglienza: Casa San Benedetto, che accoglie gestanti e madri con figli a carico per periodi di lunga durata, Casa Sant’Ubaldo, aperta ad accogliere in situazioni di emergenza mamme con bimbi che improvvisamente non abbiano più una casa dove tornare, il Centro di Solidarietà don Luigi Palazzolo, che tratta il disagio adulto e Casa Stella, che ospita nuclei familiari con minori e profughi richiedenti asilo politico.
La crisi economica, che ha segnato moltissimi di noi, continua a creare preoccupazioni per tutte quelle persone, italiane e straniere, che si trovano a vivere situazioni di precarietà lavorativa ed abitativa: molti sono stati gli inserimenti nelle strutture, effettuati negli ultimi mesi,  a causa di sfratti e licenziamenti. La situazione purtroppo è più complessa nel caso di singoli o nuclei familiari immigrati, stabilmente presenti nel nostro territorio. A differenza di molti italiani, infatti, non possono contare sul supporto di parenti o genitori vicini, che in caso di necessità sono risorsa preziosissima per l’autonomia.
Ad oggi le strutture sopra elencate contano nell’insieme più di cento individui accolti in regime residenziale, un quinto di questi sono minori: persone e nuclei familiari che quotidianamente vengono accompagnati e seguiti verso la difficile meta dell’autonomizzazione, obiettivo ambito e desiderato in un contesto sociale di precarietà ed incertezza. Nell’impegno alla prevenzione ed al contrasto delle situazioni di povertà, nel periodo estivo c’è stato spazio anche per tutte quelle persone che erano alla ricerca di un alloggio temporaneo: i settori della pronta accoglienza e della mensa, presso il Centro di Solidarietà, non hanno visto nemmeno un giorno di chiusura, garantendo apertura senza interruzioni anche nel mese di agosto. Questo ha consentito di offrire ospitalità ogni sera ad una media di dieci persone, alla ricerca di un alloggio temporaneo dove poter riposare.
Le attività condotte nell’estate 2011 non si sono limitate comunque a garantire il ricovero di persone in difficoltà: il Fondo di Solidarietà diocesano, istituito nel marzo del 2009, ha continuato a registrare interventi nella forma di pagamenti del canone di locazione, assicurazioni auto, medicinali, libri scolastici per ragazzi, buoni spesa etc. Molte sono state inoltre le iniziative svolte nel tentativo di creare contesti relazionali di condivisione ed ascolto, che potessero suggerire a ciascuno possibilità di vicinanza indipendentemente dalle differenze geografiche, culturali o religiose. Tra queste sono degne di nota le attività ricreative organizzate dal Centro Interculturale Le Rondini, le gite pensate per i bambini di Casa San Benedetto, e tutte le attività estive previste a Casa Stella. L’aperitivo con conferenza al mare, le visite al parco Oltremare, il corso di nuoto per bambini, la partecipazione dei profughi ad alcune iniziative cittadine con musiche e balli, sono solo un esempio di quanto fatto nei mesi appena trascorsi.
In attesa di realizzare la programmazione invernale, una menzione particolare va riservata a tutti i volontari dell’Associazione “IL SEME” – in totale sono circa quattrocento – che hanno quotidianamente garantito l’apertura dei servizi estivi presso le strutture gestite dalla Fondazione Caritas: il loro impegno, attraverso la gratuità delle azioni, ha consentito vicinanza a tutte quelle persone in difficoltà che, proprio nei periodi di vacanza, rischiano di sentirsi ancor più sole ed emarginate".

Silvia Artibani – Coordinatrice Centro di Solidarietà e Casa Stella
Caritas Diocesana di Senigallia


giovedì 8 settembre 2011

Corso di Formazione per volontari Casa Stella

ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO IL SEME
e Caritas Diocesana di Senigallia

organizzano

Corso di Formazione per nuovi volontari di Casa Stella

OBIETTIVI DEL PERCORSO
   1)       coinvolgere alcune comunità parrocchiali nella collaborazione con le strutture e realtà gestite dalla Caritas Diocesana nei propri territori
   2)       aggiornarsi sulle problematiche esistenti in materia di immigrazione, volontariato e risorse del territorio
   3)       approfondire la conoscenza di nuove esperienze e modalità di coinvolgimento tra volontari e famiglie in difficoltà
4)       rafforzare la collaborazione tra Caritas Diocesana e Caritas Parrocchiali
5)       conoscenza diretta dei luoghi e delle attività delle strutture di accoglienza

Calendario Incontri:

1° tappa
LUNEDI'  3 Ottobre 2011 alle ore 21.00
Volontariato ed intervento sociale con il protagonismo
del no profit: verso la welfare society e l'empowerment comunitario

Relatori: dott. Moreno Baggini - vicedirettore Caritas Diocesana di Tortona e AVM – Associazione Volontari Marchigiani

2° tappa
LUNEDI'  17 Ottobre 2011 alle ore 21.00
I rapporti tra le famiglie migranti e il rapporto
intergenerazionale tra immigrati di 1° e 2° generazione

Relatore: dott. Francesco Paletti – Dossier Statistico Immigrazione Caritas Regionale Toscana

3° tappa
LUNEDI'  24 Ottobre 2011 alle ore 21.00
Orientamento legale per migranti, l'accompagnamento
legale alle esigenze delle famiglie di immigrati
Relatore: Dott. Oliviero Forti -  Responsabile Immigrazione di Caritas Italiana

4° tappa
LUNEDI'  14 Novembre  2011 alle ore 21.00
Esperienze di supporto alle donne immigrate - dall'integrazione scolastica al supporto tra donne - attraverso il mutuo aiuto

Relatore: dott.ssa Maria Sofia Rossetti – Coordinatrice Caritas Diocesana di Jesi

5° tappa
LUNEDI'  28 Novembre  2011 alle ore 21.00
Le proposte di supporto alle strutture della Fondazione Caritas Senigallia per le famiglie in difficoltà. Il coinvolgimento parrocchiale nel percorso delle
strutture.

Relatori: dott.ssa Silvia Artibani e Ettore Fusaro – Caritas Diocesana di Senigallia


LUOGO DELLA FORMAZIONE:

Gli incontri avranno luogo presso la Struttura di Accoglienza, condominio solidale – CASA STELLA – Lungomare da Vinci 84/a – dalle ore 21 alle 22.30.

Servizio civile - Un Esperienza di condivisione


Sono trascorsi otto mesi da quando Nicola, Laura, Beatrice e Sabrina hanno iniziato la loro esperienza di servizio civile con la Caritas a Senigallia. Il servizio che i ragazzi svolgono presso il Centro di Solidarietà Palazzolo e Casa San Benedetto si arricchisce di momenti formativi, sia all’interno dei centri stessi e sia all’interno del cammino di  vita comunitaria, perché quest’anno è un’occasione non solo per mettersi a servizio di chi è in difficoltà, ma un’opportunità per crescere dal punto di vista umano e gettare le basi per costruire il loro futuro in modo più pieno e consapevole. Proprio per questo la Caritas ha offerto a questi  ragazzi la possibilità di vivere un’esperienza di condivisione  presso il Sermig di Torino.
Il Sermig (Servizio Missionario Giovani),  è un gruppo nato a Torino nel 1964 da un'intuizione di Ernesto Olivero e dall'impegno di un gruppo di giovani decisi a sconfiggere la fame con opere di giustizia, a promuovere sviluppo, a vivere la solidarietà verso i più poveri. Dal 1983 la loro sede è l'ex arsenale militare di Torino, ribattezzato Arsenale della Pace, che migliaia di giovani, con il loro lavoro gratuito e i con contributi volontari, hanno trasformato in una casa di accoglienza per i poveri, offrendo rifugio per la notte, pasti, cure sanitarie, sostegno a persone che vogliono cambiare la loro vita; una casa di formazione per i giovani.
Qui alla fine del mese i ragazzi vivranno una  settimana di formazione per condividere la vita della Fraternità del Sermig, settimana che comprende: laboratori esperienziali e di approfondimento su mondialità e restituzione, accoglienza, pace e  spiritualità, musica e canto; lavoro manuale volto ad aiutare le persone  accolte e a supportare la ristrutturazione dell'Arsenale; momenti di spiritualità. Certamente ogni esperienza nuova porta frutto, ma ancor di più quella che i ragazzi  faranno a Torino li aiuterà a vedere la realtà e le persone con occhi diversi e cuore aperto. Questo è quello che tutti noi auguriamo loro.

Lucia Durazzi
Responsabile comunità giovani servizio civile

giovedì 1 settembre 2011

ALLA “SCUOLA DEI VOLTI”, C’È FAME DI PANE E DI FUTURO


Di Don VITTORIO NOZZA - Direttore di Caritas Italiana

Le espressioni vuote sui loro volti smunti dalla fame raccontano di un viaggio immensamente faticoso, a piedi, per centinaia di chilometri, in cerca di cibo e di acqua. Tutti camminano su una terra di nessuno, verso quella che sperano sarà la loro salvezza. Molti non ce la faranno ad allontanarsi dalla terra della siccità e della morte. Volti dentro i colori sgargianti delle vesti delle donne, e bambini rannicchiati nelle fasce sulle loro spalle. Volti di anziani che avanzano lentamente, con l’ausilio di un bastone di legno o di una canna. Volti di ragazzini più grandi, che aiutano i fratelli a mantenere il passo del resto della famiglia.
Sono rifugiati somali in fuga dalla siccità e dalla carestia che stanno flagellando il loro paese. E le regioni confinanti. Ogni giorno migliaia di loro, abbastanza fortunati da sopravvivere al viaggio, arrivano al campo profughi di Dadaab. Arrivano esausti, affamati, spesso dopo aver perso alcuni dei loro cari lungo la strada. Tra i rifugiati, sono i bambini che pagano il prezzo più alto della siccità. Più di 800 mila minori rischiano di morire per fame, se non riceveranno assistenza immediata. Ma in totale, sono due milioni e mezzo i bambini affetti da malnutrizione acuta in Etiopia, Somalia e Kenya.
Questa è la peggiore crisi alimentare in Africa da vent’anni, e la peggiore in corso nel mondo attualmente.
Per ciascun Aden, Ahned o Mohammed che sopravvive al viaggio e alla fame, ci sono migliaia di altri bambini la cui vita rischia di spegnersi lungo la strada per Dadaab. Calamità naturale? Assolutamente no. La carestia che flagella il Corno d’Africa è il prezzo del fallimento di uno stato, quello somalo. Che in vent’anni non è riuscito ad imporre un’autorità effettiva sul territorio. Ma è anche il prezzo del disinteresse della comunità internazionale. A parte interventi sporadici, si è rimasti a guardare l’agonia della Somalia, lacerata da una guerra senza fine.

Vietato essere indifferenti 

Troppo tardi, troppo poco? Questo sembra essere il timore degli operatori umanitari. Questa è l’accusa latente, il filo che lega le tante dichiarazioni intorno alla devastante carestia che infierisce sul Corno
d’Africa e dal sud somalo e a raggiera investe Etiopia e Kenya, mietendo un numero ancora sconosciuto
di vittime.
Il mondo non può stare a guardare. Il conto totale presentato dalle Nazioni Unite è molto salato: 1,6 miliardi di dollari (era la stima di luglio) per salvare la vita di almeno 12 milioni di persone a rischio. Si assiste a
rinvii e a scarse disponibilità, per una crisi che era stata ampiamente annunciata dalle organizzazioni
umanitarie e che per mesi è rimasta colpevolmente dimenticata Il disastro, insomma, è recente, ma le sue radici sono lontane. E lo si è visto inesorabilmente arrivare. Ma non si è fatto assolutamente nulla. Perché? È una questione di volontà politica. Gli aiuti – quelli che già ci sono, quelli che si spera giungeranno in quantità massiccia – affluiranno verso Mogadiscio, la capitale somala, sulla quale il Programma alimentare mondiale dell’Onu ha provato ad allestire un ponte aereo, verso i campi profughi già esistenti oltreconfine, nel sud etiopico, a Dollo Ado, e nell’estremo est keniano, appunto a Dadaab. Ma in mezzo a questo ampio territorio c’è un immenso buco nero, il sud somalo, l’epicentro della carestia. È soprattutto lì che la gente è morta e sta morendo. È lì che signoreggiano gli Shabaab, le milizie islamiche collegate ad Al Qaeda. È lì che si fatica. Ed è lì che è impedito intervenire.
«È vietato essere indifferenti davanti alla tragedia degli affamati e degli assetati»: così papa Benedetto XVI all’Angelus di domenica 31 luglio. Certamente la crisi dei mercati internazionali ha creato e crea non pochi
problemi ai paesi donatori, molti dei quali stanno letteralmente cancellando la spesa sociale. Viviamo in un
mondo nel quale la globalizzazione consiste essenzialmente nello scaricare su altri gli effetti della propria ingordigia, poco importa che si tratti di sfruttare le materie prime nei paesi africani o speculare finanziariamente in Borsa, riducendo al lastrico risparmiatori e imprese medio-piccole che rappresentano il volano della cosiddetta “economia reale”.
I numeri non dicono tutto. Si è all’inizio di un dramma che potrebbe durare molti mesi. È vietato essere indifferenti. Le tragedie odierne dei profughi, in cerca di sopravvivenza, rappresentano per le nostre coscienze una forte provocazione. Si sta parlando di popolazioni che per più di 15 anni hanno ricevuto un’assistenza molto limitata e circoscritta ai bisogni di base, senza un sostegno duraturo verso l’uscita dal rischio. Va detto che la siccità è altamente prevedibile e gestibile. Le condizioni climatiche si sono però sommate a un peggioramento, anno dopo anno, della società somala. In mancanza di un governo vero, nessuna istituzione locale si è presa cura della popolazione, fortemente indebolita da povertà, instabilità, insicurezza.

La colletta ecclesiale del 18 settembre

Benedetto XVI spesso sottolinea che «la povertà e la fame sono il risultato di atteggiamenti egoistici che, partendo dal cuore dell’uomo, si manifestano nel suo agire sociale». Un’affermazione forte, che obbliga tutti noi alla responsabilità verso la povertà che dilaga. Quanti poveri nelle nostre periferie! Sono persone provate dalla sofferenza, dalla miseria e dall’abbandono. Stanno sotto gli occhi, questi disperati, vivono in scatoloni, tende, sotto i cavalcavia, in edifici diroccati. Sono affamati, ammalati, sporchi. E non mancano bambini con le guance rigate da paura e sofferenza.
Disturba, l’indifferenza che ignora i poveri e li allontana sempre più dagli occhi del cuore. Se manca questa
sensibilità, se il “cuore” si è impietrito, aspettiamoci il rigetto del povero. Occorre un piano di “recupero di umanità”. Educhiamo piccoli e grandi a stare con i volti e le storie di povertà. Recuperiamo questa umanità, se desideriamo una terra nuova. Recuperiamoci umanamente, per camminare con responsabilità sulla strada che da Gerusalemme porta, da “prossimi”, a Gerico.
Diversamente, è la sconfitta umana più grande e pericolosa che si possa verificare nella nostra piccola storia.
Ed è anche la grande sconfitta del contesto sociale, nazionale e internazionale, che rischia di tamponare solo
temporaneamente la fame, la povertà del mondo attraverso proclami, decreti, interventi straordinari. Mettiamoci invece alla “scuola dei volti” dei nostri territori, per non disattendere la responsabilità verso i volti poveri e impoveriti del mondo.
Domenica 18 settembre le chiese in Italia, e gli uomini e le donne di buona volontà, sono chiamate a una
grande colletta, “Fame di pane e di futuro”. Spezziamo il nostro pane con gli impoveriti del Corno d’Africa. Ci sarà più facile anche accorgerci dei tanti impoveriti che ci attorniano, nelle nostre città.